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Antartide: "cambio stagione" nelle due basi italiane
Termina la 35a campagna estiva del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA)
Prende il via la 16a campagna invernale presso la stazione italo-francese "Concordia"
È iniziata nella stazione italo-francese “Concordia”, che si trova a oltre 3mila metri sul plateau antartico, la 16a campagna invernale del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca e attuato dal CNR per la programmazione e il coordinamento scientifico e dall’ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle spedizioni. Per i prossimi otto mesi, 12 persone, 5 italiani in forza al PNRA, 6 francesi dell’Istituto polare francese “Paul Emile Victor” (IPEV) e 1 medico olandese dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) rimarranno, in totale isolamento, per mantenere attive le attrezzature sperimentali e per il proseguimento dei lavori di ricerca in corso dei programmi antartici francese ed italiano che riguardano studi di glaciologia, chimica e fisica dell’atmosfera, di astrofisica, di astronomia e di geofisica. Nell’ambito degli studi scientifici sull’adattamento umano in ambiente estremo proseguiranno i progetti della European Space Agency (ESA).
Nel frattempo sono terminate le normali attività di ricerca della 35a campagna estiva del PNRA presso la stazione costiera italiana “Mario Zucchelli”, che si trova sul promontorio di Baia Terra Nova. Quest’anno la sola base “tutta italiana” in Antartide non chiude i battenti: per la prima volta, infatti, un gruppo di 14 persone rimarrà in base fino a fine marzo per effettuare lavori di ristrutturazione dei locali interni. Il team rientrerà in Nuova Zelanda il prossimo 8 aprile, a bordo della nave rompighiaccio coreana “Araon”.
Nel corso di questa campagna estiva sono state condotte attività di ricerca in diversi ambiti scientifici, per un totale di 42 progetti riguardanti le scienze della vita, della Terra, dell’atmosfera e dello spazio. I dati raccolti in Antartide saranno elaborati nei prossimi mesi presso i laboratori italiani che hanno preso parte ai progetti.
Sono stati portati avanti lavori per infrastrutture importanti, come ad esempio quelli della prima aviosuperficie su terra che, da metà gennaio a metà febbraio, è stata utilizzata per atterraggi e partenze di un velivolo leggero (Basler). Nel corso della campagna estiva si sono avvicendati 250 partecipanti, tra scientifici e logistici, 26 dei quali appartenenti alle Forze Armate Italiane a supporto di diverse attività: addetti alla Sala Operativa e guide alpine dell’Esercito per l’allestimento di campi esterni; palombari e incursori della Marina; personale per le previsioni meteo e tecnici dell’Aeronautica; sub dei Carabinieri per le immersioni sotto il pack a supporto dei progetti scientifici.
I trasferimenti aerei intercontinentali per il trasporto di persone e materiali dalla Nuova Zelanda all’Antartide sono stati effettuati dall’Aeronautica Militare. È stato anche il primo anno nel Mare di Ross per la nuova nave rompighiaccio italiana “Laura Bassi” dell’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) che in due viaggi, oltre al supporto logistico, ha effettuato una campagna oceanografica raggiungendo il punto più a Sud della Terra mai toccato da una nave italiana.