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Spazio: Cheli (ESA-ESRIN), new space economy strategica per innovazione e crescita
Lo spazio è un settore sempre più strategico per le potenzialità di innovazione, progresso tecnologico, sviluppo economico e molto altro ancora”.
Ad affermarlo è Simonetta Cheli, dal primo gennaio 2022 alla guida del Centro dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per l'osservazione della Terra (ESRIN) di Frascati, prima donna a ricoprire questo incarico, dopo una carriera di 30 anni in campo spaziale. “L’attività di osservazione è fondamentale per ricerca, industria, comunicazioni, ma soprattutto per il benessere e la sicurezza delle persone e dell’intero pianeta”, sottolinea in un’intervista alla rivista scientifica dell’ENEA Energia Ambiente e Innovazione (EAI), dedicata a “Ricerca e Innovazione per la sfida spaziale”.
“ESRIN – spiega Cheli – ha come missione garantire il buon funzionamento dei 16 satelliti di osservazione della Terra dell’ESA, nell’ambito delle missioni Explorer e della famiglia Copernicus, assicurare la gestione di grandi volumi di dati anche a lungo termine e il pieno accesso di questi dati agli utenti. Inoltre – aggiunge – dovremo assicurare il rispetto dei tempi di realizzazione e di lancio dei 39 satelliti che abbiamo in costruzione e che i costi siano contenuti”. “Le sfide sono innumerevoli, anche per il tradizionale ruolo di ‘collegamento’ di ESA fra mondo tecnico-scientifico, politico-istituzionale e i cittadini che devono poter beneficiare al massimo delle tecnologie spaziali e delle attività collegate”.
Con il diffondersi della New Space Economy, il crescente ruolo dei privati, l’ingresso del venture capital e la progressiva ‘privatizzazione’ dello spazio “vediamo crescere molte opportunità e potenzialità con l’arrivo di nuovi attori e di iniziative private e commerciali a fianco dei tradizionali soggetti istituzionali,” afferma Simonetta Cheli. Che aggiunge: “ESA, si sta già muovendo con un ‘pacchetto’ di iniziative a supporto della New Space Economy e, nell’Agenda 2025 del nostro nuovo Direttore Generale, una priorità riguarda proprio le iniziative nel settore della commercializzazione, ad esempio per velocizzare la realizzazione di idee innovative e aiutare nuove imprese ad accedere al venture capital”. “Certo – prosegue – si tratta di modelli di business completamente diversi da quelli tradizionali, con maggiori rischi, un po’ come nella Sylicon Valley dove su 10 aziende nuove ne rimanevano in vita tre. Quindi c'è sicuramente da prevedere un’elevata percentuale di fallimento, ma questo fa parte del gioco”.
Fra le attività di particolare rilievo, il contrasto al global warming, attraverso la Climate Change Initiative (CCI), il programma lanciato dall’ESA dopo la COP21 di Parigi. “Monitoriamo oltre 24 delle 50 variabili climatiche definite dalle Nazioni Unite relative alle emissioni di CO₂ di origine antropogenica, all'innalzamento dei mari, all'aumento della temperatura, alla qualità dell’aria, alla massa dei ghiacci, alla copertura delle foreste e così via”, sottolinea Cheli.
Infine, a proposito della sua nomina, Simonetta Cheli tiene a rimarcare che “è stata una sorta di evoluzione naturale anche se non scontata, perché la designazione non viene solo dall’Italia, ma deve essere validata e condivisa dai 22 Paesi membri dell’ESA. Quindi è una bella soddisfazione personale e un grande riconoscimento al ruolo e alla forte tradizione dell’Italia nel settore spaziale”, conclude.
Per maggiori informazioni:
Per l’intervista completa: Perché ‘osservare’ la Terra è sempre più strategico
Per il numero del magazine EAI: “Ricerca e Innovazione per la sfida spaziale”: